Esiste la FoMO (Fear of Missing Out) nei contesti aziendali? La risposta è sì, purtroppo. Ma di cosa si tratta? Con la diffusione dei social media e il costante utilizzo del cellulare, si è maggiormente esposti al giudizio degli altri, la tendenza ad interessarsi alla vita di colleghi o amici è quasi all’ordine del giorno, e le pressioni psicologiche e sociali sono più forti che mai. La FoMO può essere intesa come una delle malattie digitali del 21° secolo, oppure come un comportamento di dipendenza tecnologica, caratterizzata da sentimenti di ansia e paura di essere esclusi socialmente, di perdere l’occasione di far parte di eventi sociali.
Sembra essere una condizione che può affliggere i/le più giovani, ma appare un fenomeno che comincia a farsi strada anche nei posti di lavoro, soprattutto in quelli più innovativi e tecnologici in cui lo smartphone o i social media si configurano come strumento organizzativo.
Seppur influenzata indirettamente dalle aspettative di colleghi e capi, la FoMO sul lavoro si riflette nella paura di perdere opportunità di sviluppare network professionali, o nel perdere informazioni importanti o collegamenti sociali magari necessari per una promozione o per raggiungere un obiettivo, con conseguenze negative sull’umore, sulla produttività e sulla job satisfaction. I sentimenti di esclusione possono condurre ad un abbassamento del work engagement e della job performance, a condotte di competizione non sana, a risentimento tra colleghi fino alla creazione di un posto di lavoro tossico.
Nello specifico, si parla di FoBO (Fear of Better Options), ovvero paura di perdere un’occasione lavorativa importante che può condurre a comportamenti di procrastinazione e con calo di job satisfaction, e di FoDA (Fear of Doing Anything) maggiormente collegata ad uno stato di indecisione, associata ad ansia nel fronteggiare compiti o attività rispetto ai quali ci si sente impreparati. Le conseguenze sono stress o sensazione di essere sopraffatti.
Gli stili di lavoro, con cui si intende una combinazione di modi di pensare e comportamenti che una persona adotta nella sua vita professionale, possono influenzare o venir influenzati dalla FoMO.
Hay ha sviluppato cinque stili di lavoro:
Hurry up: persone che sono orientate all’azione e amano le sfide. Si prestano bene in ambienti di lavoro ritmati e veloci.
Be perfect: persone che puntano all’eccellenza. Prestano attenzione ai dettagli e sono spesso severi con se stessi.
Please people: desiderano sviluppare relazioni positive e si assicurano che gli altri siano contenti e soddisfatti.
Try hard: determinati, ostinati, amano sforzarsi per raggiungere gli obiettivi, hanno una forte etica lavorativa.
Be strong: tendono ad essere indipendenti e autosufficienti, riluttanti a chiedere aiuto o supporto.
Ad esempio, lavoratori più estroversi con uno stile di lavoro sociale (Please People), possono sperimentare la FoMO quando le pratiche lavorative richiedono il coinvolgimento nelle situazioni sociali. Inoltre, è anche probabile che alcuni stili di lavoro esacerbano la FoMO: chi ha un stile “Be Perfect” può essere particolarmente competitivo, perfezionista, fino a sentire il bisogno di raggiungere il successo in ogni aspetto del lavoro. La conseguenza può essere il burnout e allo stesso impattare negativamente sulla job performance. La FoMO tende ad aumentare i sentimenti di solitudine preesistenti e pertanto è probabile che le persone che trascorrono molto tempo sui siti di social network sperimentino sentimenti di solitudine più intensi dopo aver utilizzato queste piattaforme (Markham, 2018).
Le aziende possono aiutare a mitigare la FoMO sul lavoro implementando una cultura dell’inclusione, trasparenza e comunicazione, fornendo opportunità uguali a tutti gli impiegati e riconoscere loro i risultati individuali.
